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(Italiano) « Per FARE INSIEME » Giampaolo Colletti intervista Antonio e Fabio Bonacini

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Oggi diamo ampio spazio ad un’intervista curata da Giampaolo Colletti alla quale, causa riprese del mercato post covid, era stata data ridotta visibilità. Colletti vede l’azienda Labanti e Nanni come un colosso del packaging, definizione che al nostro settantesimo compleanno ci riempie di orgoglio, oltre ad essere stimolo per un miglioramento continuo. A distanza di tempo, in una situazione che ci permette di offrire maggior risalto a questo lavoro che con piacere condividiamo con tutti i nostri lettori e le nostre lettrici, vi auguriamo una buona lettura.

Labanti e Nanni, la stamperia diventata colosso nel packaging. «L’arma vincente? Una visione industriale legata ad un taglio artigianale»

Viaggio nell’azienda bolognese di cartotecnica leader nelle soluzioni di packaging. Un gioiello tecnologico con un fatturato da 18 milioni di euro, una crescita del +16%, 100 dipendenti e un business tra Italia, Francia, Svizzera e Germania. «L’astuccio deve distinguersi e il pack sullo scaffale è essenziale. È il vestito che rende appetibili i prodotti perché incidere nelle decisioni di acquisto e orienta le scelte».

Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Antonio e Fabio Bonacini.

Della bottega di un tempo è rimasto lo spirito avanguardistico, la voglia di sperimentare nuove soluzioni, la sana ossessione per la cura dei dettagli. Anche se oggi quella bottega è un gioiello tecnologico con un fatturato da 18 milioni di euro, una crescita anno su anno del +16% e 100 dipendenti tra diretti e indiretti per un business al 90% italiano, ma che opera già in Francia, Svizzera e Germania. E pensare che all’inizio si era in dieci persone. Insomma, di strada ne è stata fatta tanta. Questa è Labanti e Nanni. Nella sua storia ci sono gli esordi nella piccola stamperia dalle parti del Pratello, nel centro storico di Bologna. Poi l’approdo in via Segantini e infine il passaggio in quell’headquarter che oggi si sviluppa in novemila metri quadrati con ventisettemila di terreno adiacente.

Siamo ad Anzola dell’Emilia, quasi tredicimila abitanti nella cinta metropolitana bolognese, all’interno del consorzio Sandoni. «Siamo un’azienda cartotecnica di packaging e il mercato principale è quello del general packaging fatto di ascolto del cliente, innovazione continua, capacità di stupire costantemente. Oggi ottiene migliori risultati chi è capace di presidiare più settori. Ma il DNA della nostra azienda è fatto dalle persone. Sono proprio le risorse umane la cosa più importante. Il capitale umano incide sul business. Se non c’è la squadra non si può fare niente e qualunque sia il settore riuscire ad avere una squadra preparata e con una forte vocazione al senso di appartenenza fa la differenza», afferma Fabio Bonacini, amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione di Labanti e Nanni. Si va dagli astucci della cosmetica, al pharma, alimentari, igiene per la persona e non solo, venduti in tutto il mondo.

Il viaggio insieme. Sia Bonacini senior che junior hanno iniziato insieme questa strada imprenditoriale. Ormai sono passati quasi trent’anni dall’acquisizione. Un’avventura fatta di tanti momenti e anche di un certo disorientamento iniziale per un lavoro nuovo. «Ci siamo messi in ascolto del mercato, dei clienti, delle persone d’azienda. Abbiamo cercato di capire il settore in cui eravamo finiti e dopo aver studiato tanto abbiamo apportato il nostro contributo con strategie che si sono rivelate vincenti», ricorda Antonio Bonacini, ingegnere meccanico con il pallino per le sfide belle e impossibili che nel 1997 decise di compiere questo passo imprenditoriale insieme al figlio Fabio e ad un terzo socio, Andrea Fanti, che si è unito al team nel 2009 apportando il suo contributo professionale proveniente sempre dal settore della stampa.

È stato l’inizio di un’avventura che di fatto ha cambiato l’azienda, mantenendo quel Dna fatto di artigianalità e passione, ma spingendola verso dinamiche industriali. «Abbiamo strutturato la bottega in modo più industriale possibile, attraverso la standardizzazione delle procedure e puntando su qualità ed efficienza produttiva. Oggi lavoriamo su tre turni, puntiamo sul team building e effettuiamo un investimento costante su macchine e strutture. Abbiamo scommesso sulla tracciabilità del percorso produttivo e anche questo elemento ha fidelizzato i clienti. Uniamo un attento controllo di gestione da multinazionale alla flessibilità di una bottega artigianale e tutto questo ci consente di essere agili e attenti a ciò che ci chiede il mercato. Per alcuni prodotti di cosmetica prima producevamo 500 astucci, oggi ne facciamo 50 milioni», precisa Fabio Bonacini. Un disegno imprenditoriale che è risultato vincente.

Se lo ricorda molto bene Antonio Bonacini: «Il segreto per farcela? Puntare su creatività e affidabilità. I clienti vengono da noi con un’idea e noi cerchiamo di realizzarla, con la consapevolezza che la confezione di un prodotto oggi è il prodotto stesso. Perché è il vestito che lo rende appetibile sugli scaffali. Il packaging parte dai prodotti e arriva a molto altro perché è capace di incidere nelle decisioni di acquisto, orientando le scelte. Il pack sullo scaffale è essenziale. L’astuccio deve uscire da lì, deve distinguersi».

Packaging dal cuore verde. Oggi l’azienda diversifica l’offerta e per un 15% si dedica pure alla stampa di carta, come quella legata ai fogli di istruzione dei bugiardini o ancora a cataloghi e riviste d’arte. Poi ci sono gli astucci realizzati con macchinari hi-tech e quindi molto performanti. «Negli ultimi otto anni abbiamo investito in macchinari che hanno impreziosito il packaging. Abbiamo la possibilità di apporre vernici o lamine colore oro o argento su cui poter stampare e con la casa costruttrice di macchine da stampa siamo stata la prima azienda produttiva al mondo ad implementare la tecnologia di stampa con inchiostri e lampade UvLed. Ma per fare queste cose è fondamentale adottare le ultime tecnologie disponibili sul mercato. Così abbiamo acquisito una macchina unica al mondo per prestazioni di produttività del valore 4 milioni di euro. Una macchina che garantisce alta qualità e scalabilità e quindi forte competitività. Tutto questo significa coniugare qualità e competitività. Oggi il capitale umano insieme all’impiantistica sono in grado di soddisfare i nuovi bisogni dei clienti. Ma è vietato improvvisare. Occorre studiare, formarsi: questo fa la differenza», precisa Fabio Bonacini. C’è poi l’elemento legato alla sostenibilità, con la salvaguardia dell’ambiente che passa attraverso materie prime, prodotti, processi certificati. Un percorso da pionieri, intrapreso ancora prima che si parlasse di urgenza delle sfide ambientali. Lo ricorda anche Antonio Bonacini: «Questa evoluzione nei confronti della plastica è un grosso vantaggio per il nostro settore, ma la nostra azienda è sostenibile e circolare da sempre e continueremo a giocare questa partita».

Ancora una volta è l’azienda declinata al plurale che scende in campo per vincere.

Grazie per la vostra attenzione, al prossimo articolo,

Labanti e Nanni

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Le monde du graphisme concerne l’emballage

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Oggi, vi presentiamo due articoli realizzati da professionisti del packaging e della comunicazione grafica. In questi scritti si parla di innovazione, di ambiente e di Labanti e Nanni.

Siamo apparsi su Italia Grafica, organo ufficiale di Assografici, Associazione nazionale delle industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici dal 1946. Una bella soddisfazione, che ci porta a condividere con voi una riflessione. Dietro a queste soddisfazioni è presente un duro lavoro che coinvolge tantissime figure all’interno della nostra realtà di business, animate dalla passione e dalla volontà. Le scelte aziendali di politica verde stanno già dando buoni frutti e nella nostra società, è impensabile non considerare l’impatto ecologico del nostro mestiere.

Non sono rari gli studi di antropologia culturale che ci dimostrano un futuro, in molti casi già presente, fatto di migrazioni a causa dell’inquinamento ambientale. Consapevoli di quanto la comunicazione possa sensibilizzare le menti e i cuori del genere umano, abbiamo pensato che Labanti e Nanni potesse contribuire a questa sensibilizzazione delle masse, migliorandone la qualità della vita. L’impatto ambientale che vede protagonisti imballaggi e confezioni è molto alto e a tal proposito, ci siamo attivati per trasformare questa criticità, in un punto di forza.  I prodotti realizzati nel nostro stabilimento, oltre a portare in giro per il mondo il valore dell’italianità, sono dotati di certificazione Eco-Print, che dichiara il rispetto di tutti gli obblighi e divieti legati alle emissioni in atmosfera, agli scarichi idrici, alla gestione delle sostanze pericolose sino alla gestione dei rifiuti.

Labanti & Nanni, possiede una propria politica ambientale nella quale sono previsti obiettivi quantificabili di miglioramento e ha un piano per il monitoraggio dei consumi e delle emissioni. In azienda è attiva la raccolta differenziata, unita a procedure per ridurre gli sprechi e gli scarti di produzione.

Purtroppo nel nostro paese questa modalità non è ancora diffusa e siamo felici di essere in testa, tra le aziende italiane del settore, per aver optato per il benessere del nostro pianeta. Questa scelta, non ancora in auge nel nostro settore, ci ha resi noti agli occhi di riviste e associazioni esperte di packaging e cartotecnica, le quali ci hanno donato spazio e visibilità attraverso articoli e recensioni.

Oltre a Italia Grafica, segnaliamo la nostra presenza anche su Packmedia webmagazine, punto di riferimento informativo per l’intera Community del packaging, in Italia e all’estero.

Il nostro processo di miglioramento si è avviato tre anni fa e si è completato con il recente trasferimento dell’intera produzione aziendale nella innovativa e più ampia sede di Anzola dell’Emilia (BO). Convinti della forza della nostra scelta aziendale, siamo certi che anche i nostri clienti ne trarranno benefici.

A presto, con i prossimi aggiornamenti.

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